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Villa Giona – San Pietro in Cariano (VR)

RISTRUTTURAZIONE FABBRICATI ANNESSI ALLA VILLA, REALIZZAZIONE DI NUOVA CANTINA VITIVINIVOLA, RESTAURO DEGLI INTONACI DELLA VILLA.

Brevi cenni storici :
Ai piedi dei colli di Castelrotto, in una vasta zona pianeggiante limitata dalle ultime pendici delle alture della Valpolicella, s’innalzano gli edifici che compongono villa Giona e si distendono i prati e il parco che la circondano. Alle caratteristiche del sito, infatti, sembra corrispondere l’ampia e regolare distribuzione delle costruzioni e degli spazi aperti che le pongono in relazione con il fondo agricolo e il territorio circostante.
Allo stato attuale, la cappella gentilizia e alcuni edifici di carattere funzionale alle attività del fondo sono disposti ai margini della proprietà, discosti da quelli che formano il complesso monumentale. Questo è isolato al centro del giardino informale ed è messo in evidenza dalla grande aiuola circolare, a separazione dalla cancellata d’ingresso, e dalla corte erbosa, che prosegue senza soluzione di continuità nel prato antistante la facciata principale, esposta a meridione. Il corpo quadrangolare della residenza dominicale, di probabile origine tardo quattrocentesca e trasformato tra il Cinquecento e il Seicento, è stato realizzato in posizione centrale rispetto alle due ali simmetriche che si protendono verso sud, ad esso connesse, mediante brevi portici arcuati, durante le opere di modifica. Queste sembra siano state attuate per rinnovare l’aspetto esterno e per configurare il
complesso quale organismo architettonico unitario. Il prospetto principale però conserva – a meno dei tre archi a pieno sesto e a conci bugnati dell’ingresso gli elementi più antichi, tra cui spicca la loggia al piano nobile. Definita dalla triplice apertura ad archi a tutto sesto su eleganti colonnine tuscaniche in pietra, sostituite da analoghi pilastri in raccordo con il paramento murario, è priva di qualsiasi finitura lapidea modanata in corrispondenza dell’archivolto. La fiancheggiano finestre centinate, con stipiti e arco in pietra. Sui prospetti laterali e su quello posteriore, le aperture sono invece caratterizzate dall’uso dell’architrave. Le quattro falde del tetto sono delimitate in linea di gronda da un proporzionato cornicione impostato su semplici e fitti modiglioni. Ciascun braccio della villa deriva dalla successione di tre manufatti diversi, realizzati in contiguità e con sapienza di distribuzione sia funzionale sia figurativa. A fianco della villa, dopo il portico, s’innesta angolarmente un edificio di due piani, a probabile servizio della residenza, commentato in facciata da lesene tuscaniche che s’innalzano come ordine gigante fino al cornicione di gronda trattato quale trabeazione. Tra le campate si aprono le finestre rettangolari e la porta centinata, i cui piedritti iniziano a conci rustici per finire con scanalature e capitello d’imposta dell’arco chiuso da agrafe in chiave di volta. Di seguito, il lungo corpo della barchessa è scandito da cinque campate suddivise sempre da lesene tuscaniche però sommariamente rifinite e raddoppiate nella porzione centrale. Tale sequenza è rafforzata dal disegno, in rilievo sulla muratura, degli archi di un possibile portico e dal succedersi di strette aperture con oculi sovrapposti. La costruzione in testata è, in fine, una torre Colombara. Risulta così funzionalmente compiuta l’organizzazione dei manufatti necessari alle diverse attività dell’insediamento di villa, mentre, al contempo, il volume delle due torrette riprende altezza e finitura terminale del corpo padronale e chiude figurativamente il complesso architettonico.
Consoni alla sua misurata eloquenza, alcuni spazi interni sono commentati dalle volte ad ombrello o a crociera dei controsoffitti, e arricchiti da affreschi, tra cui quelli di genere paesaggistico del settecentesco Andrea Porta.

Tipologia Intervento :
L’intervento prevedeva diversi stralci operativi, la prima parte dell’intervento prevedeva lo scavo della zona dell’aia nella parte di proprietà dove insistevano i fabbricati a servizio della villa padronale 3
( stalle, scuderie, fienile ) , lavorazione caratterizzata da una particolare difficoltà in quanto lo scavo andava a ridosso delle strutture sovrastante che dovevano essere mantenute per un successivo restauro, particolare attenzione è stata dedicata a questa attività, in seguito sono state eseguite tutte le opere strutturali come la platea di fondazione le murature e le sovrastanti volte a crociera per il posizionamento del solaio di copertura.
La seconda parte dell’intervento consisteva nella completa ristrutturazione di tutti gli edifici di contorno dell’antica aia. Sono stati rifatti completamente, tenendo in piedi solamente le antiche mura perimetrali, sono stati demoliti i vecchi solai e il tetto oramai pericolante
Terza parte dell’intervento è il restauro della cappella privata all’interno della villa, comprendente gli intonaci, lesioni sulle murature portanti, pavimentazioni, e restauro di affreschi.
Ultima parte dell’intervento consisteva nel ripristino di lesioni e rifacimento degli intonaci su parte della villa padronale.